Mercoledì Freudiani: gennaio 2023

domenica 29 gennaio 2023

LA CRISI ECONOMICA

Il 2022 è stato un anno lavorativamente difficile.
La regola all'interno della mia azienda era sopravvivere. Zero budget, zero investimenti, zero iniziative. Un unico progetto attivo: il cost saving.


Il lavoro ha sempre avuto un ruolo primario nella mia vita e il mio approccio proattivo e dinamico, molto apprezzato da superiori e clienti, è sempre stato il mio cavallo di battaglia.
Non avevo mai intuito le problematicità che si nascondevano dietro il mio atteggiamento, finchè la crisi economica non ha bloccato le attività e io mi sono ritrovata per la maggior parte della giornata senza nulla da fare.
Immagino che sia tediante per chiunque dover ammazzare il tempo. Io ho fatto di meglio: sono andata letteralmente in crisi. Una crisi che ha investito tutte le sfere della mia vita, come un tornado.
Abituata a vivere costantemente sotto pressione, la mente sempre impegnata in nuovi stimoli, mi sono ritrovata improvvisamente a fare i conti con i miei fantasmi.
Ho capito che stare in compagnia di me stessa non mi piaceva per nulla, avrei preferito stare al telefono con il più rompiscatole dei clienti!
Ho dovuto affrontare così la mia più grande sfida: imparare a stare in equilibrio (sulla bicicletta) anche da ferma.


Ora, a distanza di tempo, sento che è stato un anno importante. Non sono cresciuta professionalmente ma la mia mente è più vivace di prima.
Convivere con i miei pensieri senza possibilità di distrazione non è stato facile, ma dal momento in cui ho cominciato ad affrontarli e fare un po' di ordine nella mia vita è stato come rinascere.
Man mano che mi riconciliavo con me stessa, aumentava la voglia di liberare la mia sensibilità e alimentare la spiritualità.
Non ho vinto la mia sfida, sono ancora nel mezzo di quel cammino, ma sono soddisfatta.


Dovrò dire grazie alla crisi? Speriamo che non mi sentano gli economisti...

GLI OCCHI DI UN CANE

Stamane in treno ho visto un cane da assistenza, un labrador, che accompagnava un disabile.
Sono rimasta a guardarlo incantata per tutto il viaggio, impressionata dalla sua affettuosa premura, la delicatezza dei movimenti, la prontezza nel cogliere ogni minimo stimolo.
Mi è capitato raramente di vedere un essere umano prendersi cura di un suo simile con tanto amorevole riguardo.


Spesso ho affermato che la fedeltà e purezza d'amore di cui sono capaci molti animali, difficilmente si possono trovare in un uomo.
Altrettanto spesso mi sono sentita rispondere che è facile per gli esseri elementari provare sentimenti così genuini.
E', invece, più ammirevole quando persone complesse raggiungono questo traguardo grazie a un importante lavoro interiore.
E' un ragionamento corretto e, in parte, lo condivido.


Tuttavia, non riesco a smettere di ripensare a quei due occhi malinconici pieni di dolcezza...

sabato 28 gennaio 2023

AVATAR E L'ANIMA UNIVERSALE

Un film che ho amato molto è Avatar, il film di James Cameron. In verità non sono un'amante del genere, però un film campione d'incassi, definito dalla critica "un film rivoluzionario", "un colossal" non potevo certo perdermelo.
In effetti merita, parecchio.
Basta indossare un paio di occhiali 3D per vivere tre ore in un mondo fantastico. Impagabile. Ho corso tra le piante, saltato nel vuoto, colto l'odore delle radici, il colore delle foglie, il sapore fresco dell'acqua.


Ho un feeling particolare con la natura, io.
In mezzo al bosco, in cima a una montagna, al centro di un lago, in riva al mare mi sento veramente viva, riesco a cogliere l'energia dell'Universo.
Questa filosofia, il concetto di "Anima Mundi", emerge anche in più parti del film. Forse è per questo che mi ha emozionato in modo particolare. Perchè è un po' anche la mia Fede.


Anche se, talvolta, questo trarre tanto benessere dal contatto con la natura un po' mi spaventa.
Pensandolo in termini razionali, lo vivo come una conferma della mia animalità e, quindi, della mia transitoria presenza sulla Terra.
In quei momenti il mio intelletto e la mia coscienza, di cui vado tanto orgogliosa al punto da illudermi della loro immortalità, perdono la loro sacralità e appaiono ai miei occhi come le doti straordinarie di una bestia troppo evoluta.


Nella parte finale del film, Naytiri, riferendosi a Eywa (la Madre Terra), pronuncia una frase molto bella, triste, vera: "Lei non prende le parti di nessuno, il suo unico compito è proteggere l’equilibrio della vita".
Al contrario del nostro Dio che, invece, sta dalla parte dei poveri e dei deboli (??).

venerdì 27 gennaio 2023

IL GIUBILEO DEL 2000

Il periodo esatto in cui la mia insonnia si è aggiudicata l'aggettivo di "acuta" (e, quindi, "di difficile soluzione") coincide con il Giubileo del 2000.
Quell'anno, spinta dalla mia solita sete di risposte, avevo deciso di dedicare un intero fine settimana a messe, preghiere, confessioni e canti. Sperando, forse, in qualche rivelazione o miracolo. Non ricordo.
Per aggiungere un tocco di enfasi, avevo scelto di vivere quell'esperienza all'interno di un convento, ospitata da una parente.
Prima notte: trascorsa interamente in bianco. Seconda notte: pure. Il passare di ogni quarto d'ora scandito dal suono della campana del cortile.

In quell'occasione ho realizzato una cosa, che più mi avvicinavo alla religione più rischiavo di soccombere di fronte a un'infinità di domande che non avrebbero mai trovato risposte soddifacenti e accettabili per una mente critica.
Ho capito che la religione non poteva placare la mia inquietudine bensì la alimentava, mostrandomi la triste condizione dell'essere umano che di fronte all'universo, fragile come un bambino, prova a sconfiggere i demoni con le favole.

Quel fine settimana è cominciata la mia lotta contro l'insonnia. E non ho ancora vinto.

L'INSONNIA DURANTE LA MIA INFANZIA

Le prime avvisaglie del mio difficile rapporto con il sonno risalgono all'infanzia.
Ricordo che frequentavo le scuole elementari e, non appena mi ritrovavo nel buio della mia stanza, cominciavo a pensare alla morte e mi assaliva la paura di non svegliarmi. In quei momenti riflettevo sulla Terra che, imperturbabile, avrebbe continuato la sua macabra danza, mentre io e i miei cari saremmo scomparsi per sempre. PER SEMPRE.
Il concetto di infinito è qualcosa che mi ha costantemente angosciato, più cercavo di realizzarlo e più mi mancava l'aria.
Pensavo: deve esserci un lieto fine! E' impossibile essere, vivere, amare e poi diventare il nulla!

Crescendo ho imparato a reprimere questi pensieri sul nascere, impedendo loro di prendere così la piega dell'ossessione.
Parallelamente cercavo senza sosta qualcosa - una fede, una speranza - in grado di dare un senso alla mia esistenza.
Come tante altre anime allo sbaraglio mi sono imbattuta nella felice fiaba raccontata dalla religione cristiana.
Una trama studiata nei minimi dettagli per regalare conforto e benessere. Che tentazione!
Bastava chiudere gli occhi di fronte alle mille incoerenze, cibarsi del volere di Dio e accettare i suoi misteri. Solo questo in cambio di un'intera vita di pace e armonia!

Ancora oggi, mentre scrivo queste righe, non riesco a non provare un po' di invidia verso tutti coloro che ci sono riusciti...

mercoledì 18 gennaio 2023

DIBATTITO SUL TRADIMENTO

Talvolta mi capita di dibattere sul tema del tradimento con persone che lo sostengono.
Ancora non ho capito se è un caso che io sia circondata da coppie particolarmente scontente o se ormai è la regola. Mi illudo della prima.
Resta il fatto che quando porto le mie argomentazioni gli interlocutori mi guardano con un'espressione che racchiude un misto di perplessità e compatimento.
La loro tesi è sempre la stessa, quella che per natura l'essere umano è poligamo, prova attrazione per diverse persone e, ancora, può sentirsi realmente appagato e felice solo condividendo la propria vita con amanti dissimili e complementari tra loro.
Viceversa la monogamia è una convenzione sociale, il noioso frutto dell'educazione associata alla religione. 
Perchè accontentarsi? Perchè rinunciare ad esperienze fisiche e mentali eccitanti, occasioni di crescita, brividi ed emozioni?
Chi osa uscire dai binari, sostengono, si assicura un'esistenza molto più intensa e spontanea.

Lo ammetto: faccio fatica a ribattere a queste considerazioni.
Quasi sempre le mie argomentazioni suonano deboli e forse un po' ingenue, illusorie: "bisogna essere fedeli per non rovinare la magia" dico a volte, "bisogna saper dire di no per non aprire uno squarcio insanabile all'interno della coppia" affermo altre.

Quello che in realtà non riesco a spiegare è che se smarrissi la fiducia nell'amore perderei tutto.
Che con il passare degli anni le fedi che costellavano la mia esistenza sono crollate tutte, una dopo l'altra.
Che solo l'amore è rimasto in piedi e con esso la speranza di non vivere invano.
Che l'amore è l'unico ponte verso il divino. Mentre tutto il resto, come l'oppio, illude senza mantenere le promesse.



Dopo qualche minuto il vecchio monaco chiese di nuovo: "Di cosa hai paura?".
"Non lo so", rispose Tin Win a bassa voce. "Del silenzio della notte, Delle voci di giorno (...) E della paura. A volte ho paura della paura e non riesco a difendermi. E’ più forte di me".
U May gli accarezzò le guance con tutte e due le mani.
"Ogni uomo, ogni creatura ha paura. La paura ci circonda, come le mosche circondano il letamaio.
Mette in fuga gli animali, che scappano, corrono o volano o nuotano finché non si credono al sicuro o finché non cadono a terra morti stremati. Ma noi uomini non siamo davvero più intelligenti di loro.
Sappiamo che al mondo non esiste un luogo in cui possiamo sfuggire alla paura, tuttavia continuiamo a cercarlo. Aspiriamo alla ricchezza e al potere. Ci illudiamo di poter essere più forti della paura.
(...) Denaro e potere non vincono la paura. Esiste solo una forza più grande della paura, l’amore".

 
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