Mercoledì Freudiani: giugno 2022

mercoledì 29 giugno 2022

QUANDO L'AMORE NON BASTA

La Foresta dei girasoli” di Hayden Torey L. è la storia di Mara raccontata con gli occhi di Lesley, la tenace e sensibile figlia di diciassette anni.

Mara, donna di rara intelligenza e fascino, reduce dagli orrori della Germania nazista, è affetta da frequenti attacchi di depressione che devastano periodicamente la sua famiglia.

“Mio padre li chiamava 'momenti'. La mamma 'era in uno di quei momenti'. Quando si verificavano, lui si stringeva nelle spalle con aria perplessa e poi sorrideva, come se quella fosse solo una sua piccola, strampalata mania, come fa chi si getta il sale alle spalle dopo averlo rovesciato per sbaglio. Benché detestassi quegli episodi, per quasi tutta la mia infanzia pensai che fossero normali. Credevo che tutte le madri si comportassero così. Dovevo avere dieci o undici anni quando scoprii che le altre madri non lo facevano."

Cosa significa convivere con una donna che, senza preavviso, concede alla vita e ai ricordi di abbattersi su di lei dimenticandosi di tutto, persino dei propri figli? Ce lo racconta Lesley che, con toccante sincerità, riesce a trasmetterci il sentimento di dolore e smarrimento di una figlia che, nel coraggioso tentativo di difendere la madre dai suoi fantasmi, si ritrova a dover salvare se stessa dallo sconforto, dai sensi di colpa e dall’ansia generati da quella battaglia inutile, disperata e beffarda. Devastata dalla distanza incolmabile che la separa da quella madre fragile, inaffidabile e inafferrabile, Lesley perde il senso della vita.

L’amore non basta, né quello di Lesley né quello di suo padre che vive per la moglie, per starle vicino, per proteggerla dai ricordi, per fare da filtro tra lei e il mondo. L’amore non basta per salvare una persona la cui anima è ormai spezzata, per sempre.

sabato 18 giugno 2022

IL PONTE DELL'ARCOBALENO



Per E., l'unico coniglietto con la grinta di un leone.



C'e' un posto in Paradiso, chiamato "Ponte dell'Arcobaleno".
Quando muore una bestiola che è stata particolarmente cara a qualcuno, questa bestiola va al ponte dell'arcobaleno.
Ci sono prati e colline per tutti i nostri amici tanto speciali così che possano correre e giocare insieme.
C'è tanto cibo, acqua e sole, ed essi sono al caldo e stanno bene.

Quelli che erano vecchi e malati sono ora forti e vigorosi.
Quelli che erano feriti sono di nuovo integri e forti, come noi li ricordiamo nel sogno dei giorni e dei tempi passati.
Sono felici e contenti, tranne che per una piccola cosa: ognuno di loro sente la mancanza di qualcuno molto amato, qualcuno che hanno dovuto lasciare indietro...

Corrono e giocano insieme, ma un bel giorno uno di essi improvvisamente si ferma e guarda lontano, verso l'orizzonte.
I suoi occhi lucidi sono attenti, trema per l'impazienza: tutto ad un tratto si stacca dal gruppo e comincia a correre, volando sul verde prato, sempre più veloce.

Ti ha riconosciuto, e quando finalmente sarete insieme, vi stringerete in un abbraccio pieno di gioia, per non lasciarvi più.
Una pioggia di baci felici bagnerà il tuo viso; le tue mani accarezzeranno di nuovo l'amata testolina e fisserai ancora una volta i suoi fiduciosi occhietti, per tanto tempo lontano dalla tua vita ma mai assente dal tuo cuore.
Allora attraverserete, insieme, il Ponte dell'Arcobaleno ...


Con questa speranza nel cuore, ciao ...

giovedì 9 giugno 2022

ZARITE': CORAGGIO, LIBERTA' E PASSIONE

L’ “Isola sotto il mare” di Isabelle Allende è ambientato nel 1770 sull’isola di Saint Domingue, la colonia francese che diventerà la prima Repubblica nera di Haiti: all’interno dei campi, tra le canne da zucchero, gli schiavi muoiono di stenti e di fatica.
Zaritè (Tété) è una di loro anche se non vive all’aria aperta bensì nella casa patronale: ha nove anni quando viene venduta e solo undici quando verrà violentata la prima volta da Toulouse Valmorain, il padrone che la metterà incinta sottraendole il neonato subito dopo il parto.

Ossessionati dal desiderio di libertà, gli schiavi delle piantagioni fuggono, incendiano, devastano e arrivano, persino, a desiderare la morte.
Tété, invece, diventata adulta comprende che solo con la calma e il coraggio, solo coltivando le proprie capacità e rendendosi indispensabile potrà raggiungere l’emancipazione per se stessa e per i propri figli.

Tété, ironica e intelligente, si sottomette umile e silenziosa alla volontà dei padroni senza mai perdere la propria dignità.

“Aspetta, Tété. Vediamo se ci aiuti a risolvere un dubbio. Il dottor Parmentier sostiene che i neri siano umani quanto i bianchi e io dico il contrario. Tu che ne pensi?”, le domandò Valmorain (…)
Lei rimase muta, con gli occhi rivolti a terra e le mani giunte.
“Forza, Tété, rispondi senza timore. Sto aspettando …”.
“Il padrone ha sempre ragione” mormorò lei in conclusione.
“In altre parole, pensi che i neri non siano completamente umani …”,
“Un essere che non è umano non ha opinioni, padrone”.

Tété, attenta e sagace, accetta la vita senza subirla con la consapevolezza che anche le situazioni peggiori, se affrontate con lucidità e decisione, possono offrire delle piccole occasioni di cambiamento.
La sua esistenza è una continua evoluzione in ruoli diversi: lei coglie ogni nuova opportunità di vita senza esitazione adattandosi ai compiti e alle situazioni più disparate: da bambina a madre, da amante a badante, da nutrice a infermiera; in tutte le figure appaiono evidenti la passione, l'amore, la tenacia di una donna non si piega al fato, ma che balla per sentirsi libera.

Balla, balla, Zaritè, perché lo schiavo che balla è libero … finché balla.

Così, con pazienza calcolata e impegno, Tété costruisce il proprio destino: grazie alle sua curiosità e alle sue qualità riesce a diventare la schiava personale della moglie del padrone tanto da esserle indispensabile, ad imparare l’arte di prendersi cura dei malati, ad approfittare di una situazione unica nella sua drammaticità per estorcere al padrone la promessa di libertà.
Quello di Tetè è il silenzio di chi osserva, la passività di chi nasconde una forza d’animo e una poliedricità insospettabili.

Arrivata a quarant’anni, facendo un bilancio della propria vita, Tété dice: ”Ho avuto maggior fortuna di altre schiave. Vivrò a lungo e la mia vecchiaia sarà gioiosa, perché la mia stella – la mia z'étoile – brilla anche quando la notte è luminosa’‘.

Ma noi lo sappiamo, che la sua fortuna si chiama tenacia e la “sua z'étoile” ha un unico nome: il Coraggio.
 
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