Il dibattito sul cosiddetto "effetto Mozart" è ancora aperto, le polemiche continuano e, ancora oggi, non si sa quanto ci sia di vero in questa teoria.
Per chi non ne avesse mai sentito parlare, si tratta di un filone di pensiero che nasce nel 1993, quando lo psicologo Frances Rauscher pubblicò i risultati di una sua ricerca (in realtà basata sui risultati di un solo test) in cui dimostrava che i bambini, a cui era stata fatta ascoltare la sonata in D maggiore di Mozart per 10 minuti prima del test, avevano ottenuto un punteggio QI superiore di 9 punti rispetto ai bambini che non avevano ascoltato la musica.
Si tratta di una tesi molto affascinante, successivamente avvalorata da studi che dimostrarono come la musica classica fosse in grado di favorire negli infanti lo sviluppo di abilità particolari, soprattutto di natura linguistica, matematica e spaziale.
Personalmente sono convita che lo stimolo musicale, più di molte altre sollecitazioni, abbia la straordinaria capacità di influire sullo sviluppo emotivo, spirituale e culturale dei piccoli.
Mi è, infatti, capitato di notare come bambini cresciuti in ambienti creativiti, che imparano già nella tenera età a familiarizzare con gli strumenti, sviluppino nel tempo, non solo un forte talento musicale, ma anche straordinarie doti di intuito, sensibilità e perspicacia.
E', inoltre, indubbio l'impatto della musica sul sistema emotivo: alcuni studi dimostrano che, addiruttura in fase prenatale, l'ascolto di musica classica, e di Mozart in particolare, induce uno spostamento del cervello del feto da uno stato di iperattività ad uno stato di vigilanza e rilassamento.
So che da neonata mia madre soleva farmi addormentare con gli arrangiamenti di brani di Beethoven, Chopin e Mozart realizzati un pianista francese (questo è quanto emerge dai suoi racconti, io non ne ho memoria).
Ricordo molto bene, invece, che faceva lo stesso quando avevo la febbre; al caldo delle coperte, cullata da quelle dolci note, ripenso alle mie prime influenze come ad alcuni dei momenti più sereni e tranquilli della mia infanzia.
La cosa interessante è che, ancora oggi, quando ascolto quei brani provo la stessa sensazione di benessere che provavo allora. E' una sorta di calmante naturale, che agisce riportando alla memoria antiche emozioni, piacevoli ricordi.
Una sensazione bellissima che, poichè incisa nelle cellule più antiche della mia memoria, potrò rievocare ogniqualvolta lo vorrò, per sempre.
sabato 11 febbraio 2023
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2 commenti:
credo molto nei benefici della musica, i miei figli di 2 e 5 anni ne ascoltano in continuazione da quando sono nati. Noto che rende i bambini più ricettivi verso gli stimoli, più allegri e molto più socievoli.
io penso invece che i bambini di oggi siano iperstimolati, stressati. Lo strumento musicale, lo sport, le lingue, il volontariato, chi pù ne ha più ne metta! Lasciamoli vivere questi bambini!
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