Le prime avvisaglie del mio difficile rapporto con il sonno risalgono all'infanzia.
Ricordo che frequentavo le scuole elementari e, non appena mi ritrovavo nel buio della mia stanza, cominciavo a pensare alla morte e mi assaliva la paura di non svegliarmi. In quei momenti riflettevo sulla Terra che, imperturbabile, avrebbe continuato la sua macabra danza, mentre io e i miei cari saremmo scomparsi per sempre. PER SEMPRE.
Il concetto di infinito è qualcosa che mi ha costantemente angosciato, più cercavo di realizzarlo e più mi mancava l'aria.
Pensavo: deve esserci un lieto fine! E' impossibile essere, vivere, amare e poi diventare il nulla!
Crescendo ho imparato a reprimere questi pensieri sul nascere, impedendo loro di prendere così la piega dell'ossessione.
Parallelamente cercavo senza sosta qualcosa - una fede, una speranza - in grado di dare un senso alla mia esistenza.
Come tante altre anime allo sbaraglio mi sono imbattuta nella felice fiaba raccontata dalla religione cristiana.
Una trama studiata nei minimi dettagli per regalare conforto e benessere. Che tentazione!
Bastava chiudere gli occhi di fronte alle mille incoerenze, cibarsi del volere di Dio e accettare i suoi misteri. Solo questo in cambio di un'intera vita di pace e armonia!
Ancora oggi, mentre scrivo queste righe, non riesco a non provare un po' di invidia verso tutti coloro che ci sono riusciti...
venerdì 27 gennaio 2023
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